Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso |
Premio letterario nazionale
Parole attorno al fuoco
XXIII^ edizione - Vittorio Veneto,7 Gennaio 2018
per un racconto sul tema:
"La Montagna:le sue storie,le sue genti,
i suoi soldati i suoi problemi di ieri e di oggi"
Verbale della Giuria |
VERBALE DELLA GIURIA
Sessanta racconti, il 40 per cento dei quali rappresentato da autori “nuovi”, nel senso che per la prima volta hanno partecipato al Premio letterario Parole attorno al fuoco. E’ questo il primo significativo elemento caratterizzante la XXIII edizione di un concorso che manifesta costantemente nel tempo (e questo è il secondo aspetto da sottolineare) un vivo interesse a livello nazionale, come si evince scorrendo i nomi delle località di provenienza degli autori: da Piemonte, Lombardia, Liguria all’Abruzzo, Lazio, Campania, da Veneto e Friuli alla Toscana, Calabria, Marche, dall’Emilia-Romagna alla Sicilia.
I racconti segnalati sono:
IL TENENTE DELL’ADAMELLO
di Lauro Zanchi di Crema (Cremona)
UNA STORIA DI MONTAGNA
di Roberto Cristiano di Napoli
LETTERE AMARANTO
di Michele Pelosi di Robbiate (Lecco)
IL DISERTORE
di Maurizio Boschiero di Chiuppano (Vicenza)
ALLA LUCE DELLA LUNA
di Giovanni Scanavacca di Lendinara (Rovigo)
PICCOLO, BIANCO FIOR
di Jacopo Azzimondi di Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia)
QUANDO LA BUFERA PASSERA’
di Roberta Vendrame di Porcia (Pordenone)
La Giuria conferisce come segue i PREMI SPECIALI.
“Trofeo Cavalier Ugo Bettiol” per un racconto su tema di particolare attualità a:
SUPER SANTOS di Kristine di Chieti
Sono neri, ai nostri giorni in montagna, dove, quando ci si incontra non ci si può ignorare, e così avviene per un vecchio rimasto solo, incuriosito da quelle presenze: ragazzi, appassionati del pallone, il che vuol dire divertimento, spensieratezza, di qualche momento in una piazza di paese. Attraverso quel pallone lanciato, rincorso da volti (e da gambe) nuovi, per il vecchio montanaro è rivedersi lontano, a ritroso nel tempo. E insieme a questi nuovi venuti, è un ritrovarsi con (e nella) gioia condivisa.
“Rosa d’argento Alpino Carlo Tognarelli” per un racconto avente come protagonista una donna a:
ALPE CALABRESE di Francesco Paloschi di Mestre
L’io narrante è la montagna: a raccontare di due piromani che avevano appiccato il fuoco alle pendici delle Serre Calabresi e di una ragazzina testimone del misfatto, minacciata, inseguita, quindi scampata al pericolo. Fra realtà (i criminali incendiari) e immaginazione (le descrizioni fatte dalla montagna), la narrazione si dipana con toni ora concitati, ora placati, per così dire, e la trama riserva una sorpresa finale.
La Giuria proclama vincitori della ventitreesima edizione del premio “PAROLE ATTORNO AL FUOCO”:
NERO di Rita Mazzon di Padova 3° classificato
Ritrovare in un vecchio montanaro “mia madre e mio padre d’Africa”, ritrovare “mia madre e mio padre d’Italia in lui”. È in questa considerazione il felice epilogo di una vicenda nata e sviluppattasi in maniera cruenta per un ragazzo sfuggito a quella violenza che lo aveva privato dei genitori in patria, e poi, per un incidente, di quelli adottivi, in Italia. Non resta che quel “nonno” di poche parole, che lo accoglie, burbero, senza fargli mancare nulla… di materiale. Sarà soltanto nel momento del pericolo in montagna, con il vecchio a salvare il giovane, a rivelare un nuovo forte sentimento. Una narrazione fluida, movimentata, e un’espressione di affetti mai sopra le righe, caratterizza tutta la vicenda.
GAS di Paola D’Agaro di Pordenone 2° classificato
In esergo, i versi di Ungaretti e un canto della tradizione anarchica e antimilitarista (“O Gorizia, tu sei maledetta”), per la narrazione di un episodio in cui rivivono le brutture, gli orrori della guerra: sangue, brandelli di carne bruciata sparsi sul terreno dei combattimenti, la nausea degli odori, e con un insidioso, terribile nemico come i gas asfissianti.
Il tutto ruotante attorno a un giovane deluso, pentito, per la scelta compiuta a suo tempo, io narrante nei particolari più veri e agghiaccianti di una situazione, di una condizione disperante, e qualche fugace nostalgico riandare al passato, alla casa, al paese. Nel finale, con un riferimento all’atto eroico del sottotenente Aurelio Baruzzi che issa il tricolore a Gorizia, una sorta di ironica considerazione (“il Natale 1916 lo passeremo a casa”) anticipa quel che sarà il domani della guerra.
SOLO PER AMORE
di Giorgio Visentin di Godega di Sant’Urbano (Tv)
Revocato
La notte della vigilia dell’attacco al Castelet della Tofana: impresa temeraria, se non sovrumana, e questa è, per un giovane ufficiale partito volontario per dimostrare alla donna amata, infatuata delle nuove idee moderne all’insegna del futurismo, che lo respinge, l’occasione per rivedere la sua vita, riflettere sui suoi sentimenti, sulle scelte compiute, con uno sguardo di speranza al futuro. Una condizione esistenziale che caratterizza gli uomini, i soldati in particolare, alla vigilia di azioni, di eventi cruciali dell’esistenza.
L’autore riesce a compiere un puntuale, preciso, esame psicologico entrando nell’intimo del suo protagonista immerso nella realtà ambientale di una notte d’attesa, in cui, fra pensieri, ricordi, riflessioni, arriva alla sintesi, per così dire, di un non ritorno, alla testa dei suoi amati alpini, amati e incitati all’attacco. Con un finale sospeso: a coronamento di una narrazione scorrevole, sobria, essenziale, che compiutamente inquadra l’uomo e la sua realtà interiore.
Giovanni Lugaresi
presidente della Giuria