Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso |
Premio letterario nazionale
Parole attorno al fuoco
XX^ edizione - treviso 4 Gennaio 2015
per un racconto sul tema:
"La Montagna:le sue storie,le sue genti,
i suoi soldati i suoi problemi di ieri e di oggi"
Verbale della Giuria
VERBALE DELLA GIURIA
Vent’anni, per una persona, sono pochi; all’incontrario, per un concorso letterario rappresentano un traguardo prestigioso: non un punto d’arrivo, un epilogo, ma un traguardo oltre il quale procedere. E’ il caso del Premio Parole Attorno al Fuoco che alla ventesima edizione ha fatto registrare un concorso di autori notevole: 88, e di varia provenienza (Triveneto, Piemonte, Lombardia, Toscana, Puglia, Abruzzi, Emilia-Romagna, le Isole, eccetera). E accanto alla quantità, una qualità d’eccellenza da tutti i componenti della giuria riconosciuta. I segnalati sono:
IL TENENTINO di Luigi Lazzaro - Pescara LETTERA di Rita Mazzon - Padova IL SEGRETO DELLA LEGNAIA di Giulia Bozzola - Cordenons (Pordenone) 18 SETTEMBRE di Silvia Faini - Bovezzo (Brescia) APRITI CIELO di Bruno Pasetto - Treviso L’ALPINO DI CARTA di Pierluigi Tamborini - Casier (Treviso) LA GUERRA BIANCA di VANES FERLINI - Imola
La Giuria conferisce come segue i PREMI SPECIALI: “Trofeo Cavalier Ugo Bettiol” per un racconto su tema di particolare attualità a: VIAGGIO D’ISTRUZIONE di Katia Tormen – Trichiana (Belluno) Una gita scolastica particolare, con certi studenti ai quali non interessa per nulla saperne di più, conoscere, “vedere, non solo guardare”, ma divertirsi, in maniera superficiale. L’autrice porta una scolaresca nei luoghi legati alla Grande Guerra, al sacrificio quotidiano, ai patimenti di tanti giovani di allora. Un dialogo fra due ragazzi strafottenti, un’apparizione e una rivelazione finale sono narrati con toni ora scanzonati, ora delicati, toccanti, con un di più di magico che lasciano commossi. “Rosa d’argento Manilla Bosi sposa, madre e sorella di Alpini” per un racconto avente come protagonista una donna a: LA PREGHIERA PIU’ GRADITA di Roberto Bertani di Parma Una profonda pietas, toni ritmati (quasi) su un largo musicale, colori tenui, sentimenti forti e una… disperata speranza nella quotidiana preghiera invocante il ritorno di quel ragazzo, nella campagna di Grecia invecchiato, e poi, da quella di Russia non più tornato. E’ un quadro suggestivo, coinvolgente, privo di qualsiasi retorica, quella di una vecchia madre sola con la corona del Rosario in mano, in una “casa sprofondata nel silenzio” che l’autore propone a un lettore sensibile e riflessivo. La Giuria proclama vincitori della ventesima edizione del Premio “PAROLE ATTORNO AL FUOCO”: UNA FOTO E UN FIGLIO di Luigino Bravin di Conegliano (Treviso) 3° classificato Una vecchia fotografia di gruppo con una donna dallo sguardo sfuggente dietro al quale si cela una storia angosciante di guerra (quella del 1915-1918): occupazione straniera dopo Caporetto, stenti, fame, ma con un raggio di umanità rappresentato dal soldato nemico che aiuta la donna stessa il cui marito è pure al fronte. Un giovane del nostro tempo va alla ricerca di un nome, di una parentela che si celano dietro quel volto misterioso della fotografia e da lì si dipana la storia di un incontro intimo, di una nascita, di un dolore, per raggiungere una catarsi in chiave di carità cristiana. Il tutto, narrato con una sorta di delicato, toccante, realismo che nulla cede alla retorica. LE MEMORIE DI AGNESE di Maria Rosaria Fonso - Adria (Rovigo) 2° classificato Una storia di guerra, un soldato nemico barcollante, sfinito, precipitato da un costone innevato, soccorso da una famiglia italiana che a sua volta ha un figlio al fronte. Siamo sempre nel primo conflitto mondiale e la umana solidarietà che induce una famiglia a soccorrere quel nemico, a prendersi cura di lui (pur nel dubbio delle conseguenze di quell’atto), quella umana solidarietà pare voler scomparire alla notizia della morte del figlio. Un sentimento di rivalsa scoppia nell’animo del genitore e un istinto di vendetta lo porterebbe a uccidere il giovane, ma… morte e dolore non devono essere accresciuti. Un’azione ben costruita, raccontata con ritmi appropriati, e coinvolgenti. LO STRAPPO di Mariagrazia Nemour di Borgiallo (Torino) 1° classificato Un’appassionata, stringente narrazione, protagonista un alpino reduce da un’operazione in Afghanistan, con profonde ripercussioni psicologiche all’interno della famiglia. Momenti di insofferenza nei confronti della moglie, un senso di colpa per averla tradita una volta, in quella terra lontana; scatti d’ira e litigi nel presente si alternano ai ricordi di eventi cruenti vissuti laggiù e che hanno lasciato un segno, inciso non nelle carni, ma nell’anima, provocando una grande solitudine, e… paura. Con un ritmo battente, quale si addice all’argomento trattato, l’autrice perviene alla fine a una ricomposizione del rapporto familiare attraverso uno sguardo, un saluto del protagonista alla figlia piccola, i cui occhi l’accomunano a un’altra bimba del lontano Afghanistan. Intensa, profonda l’introspezione psicologica che l’autrice sa comunicare al lettore. Giovanni Lugaresi presidente della Giuria
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