Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso |
Premio letterario nazionale
Parole attorno al fuoco
XVII^ edizione - Arcade, 5 Gennaio 2012
per un racconto sul tema:
"Genti, soldati e amanti della montagna:
storie e problemi di ieri e di oggi"
Verbale della Giuria
Un concorso letterario giunto alla diciassettesima edizione, come “Parole attorno al fuoco”, rappresenta sicuramente un elemento valido in un contesto nazionale ricco di premi. Segno che l’iniziativa dell’Ana trevigiana può essere considerata un punto di riferimento per tanti appassionati di narrativa. La conferma viene dal numero dei partecipanti a questa edizione (appunto): 52, dalla loro provenienza (da tutta Italia) e dal livello qualitativo, che la giuria ha ritenuto alto, cioè di indubbia dignità, sia per i premiati, ovviamente, ma pure per i segnalati. Ed ecco i racconti segnalati: IL RABOSO DEL PIAVE E IL RAGAZZO DEL 99 di Roberto Cipolato – Funo di Argelato (Bologna)
COME IL CANE DI JACK LONDON di Katia Tormen – Trichiana (Belluno)
SONO ITALIANO ANCH’IO di Paolo Volpato - Roma
SI FA SERA SOTTO I MONTI DEL SOLE di Angelo Francesco Paloschi – Mestre (Venezia)
QUESTIONI ATTORNO AD UNA LAPIDE di Luigino Bravin – Conegliano (Treviso)
LA MIA ANIMA NEL VENTO DELLE OROBIE di Aurora Cantini – Nembro (Bergamo)
LA BAITA di Annamaria Granato – Firenze
La Giuria conferisce come segue i PREMI SPECIALI: “Trofeo Cavalier Ugo Bettiol” per un racconto su tema di particolare attualità a: L’ALPINO GILONNA di Luciano Rossi – Brugherio (Monza Brianza) Nel presente di interrogativi, di dubbi, di incertezze dell’io narrante, ecco inserirsi il riferimento a una persona mai dimenticata, quella di un insegnante ebreo, alpino, uomo saggio e giusto. Il cui insegnamento ha oltrepassato il tempo e il luogo: anni lontani, la scuola. E’ un racconto conciso e incisivo, all’insegna della ragione e dell’umanità, con qualche (opportunol) sprazzo di humour.
“Rosa d’argento Manilla Bosi sposa, madre e sorella di Alpini” per un racconto avente come protagonista una donna a: UNO STRACCIO DI TRICOLORE di Valter Ferrari – Tortona (Alessandria) Una casa sull’Isonzo, una donna che ci è nata e vissuta novant’anni. Austria, Italia, Jugoslavia, Slovenia; eventi bellici; trattati di pace; confini segnati sulle carte geografiche… ma lei da lì non si è mossa; l’identità non l’ha smarrita con lo spostamento della frontiera. Un’identità che si identifica in un vecchio tricolore. Narrazione asciutta, aliena da qualsiasi forma retorica, sulla vicenda di una donna animata da sentimenti e volontà – si direbbe – virili.
La Giuria proclama vincitori della diciassettesima edizione del Premio “PAROLE ATTORNO AL FUOCO”: IL RESPIRO DEL VENTO di Maricla Di Dio – Calascibetta (Enna) 3° classificato: La montagna che unisce e che salva. L’io narrante è affascinato dalla figura e dall’eloquio della vecchia nonna, presenza rassicurante, salvifica, provata dalla vita ma sempre nella vita fiduciosa. E’ un racconto dai toni sommessi, fra natura e sentimenti, memoria e realtà presente.
CHIUSA LA PORTA di Rita Mazzon - Padova 2° classificato Figura dura di montanaro restato dopo la morte della moglie con il giovane figlio in un rapporto quasi di padre-padrone, e il giovane, insofferente. Caratteri diversi, durezze ingiustificate, la fuga del ragazzo per una vita altrove. Eppure… Alla fine, il ritorno per l’ultimo saluto al vecchio che sta concludendo il suo percorso umano con sullo sfondo la montagna. Pochi semplici gesti in silenzio, stati d’animo ed azioni vengono descritti con una sciolta narrazione percorsa talvolta da aliti di poesia.
IL SASSO NEL BICCHIERE di Michele Piccolino – Ausonia (Frosinone) 1° classificato Originale rivisitazione della tragedia del Vajont attraverso la ricerca del proprietario di un ciondolo (che racchiude in una piccola foto il ritratto di un bambino) “approdato” per caso all’amo di un pescatore. E’ un’azione di profonda, sentita, pietas il viaggio del pescatore medesimo, ignaro di una storia tragica che sta alle spalle di quel bambino diventato vecchio. E’ un’azione animata da un moto del cuore e portata avanti quasi per scommessa, ricordando la moglie morta, per mantenere un impegno a suo tempo assunto insieme a lei: una promessa fatta e mantenuta.
Giovanni Lugaresi
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