Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso

     

 

Premio letterario nazionale

Parole attorno al fuoco

XVI^ edizione - Treviso, 6 Gennaio 2011

per un racconto sul tema:

"Genti, soldati e amanti della montagna:

storie e problemi di ieri e di oggi"

 

 

RASSEGNA STAMPA DA

 

Numero di Febbraio 2011 de L'Alpino

      

Il concorso letterario nazionale “Parole attorno al fuoco” ha premiato la storia di un reduce di Russia e dei valori che suggerisce ad una società troppo spesso dall’identità smarrita. La cerimonia si è svolta a Treviso, nella fastosa cornice del “Palazzo dei Trecento”, in una sala gremita di alpini e cittadini. La cerimonia è iniziata con l’Inno nazionale intonato dal coro ANA del Montello, seguito da un minuto di silenzio rivolto alla memoria dell’alpino Matteo Miotto, caduto in Afghanistan il 31 dicembre scorso, presenti il presidente nazionale Corrado Perona con il vice presidente Sebastiano Favero, i consiglieri nazionali Nino Geronazzo e Onorio Miotto, il presidente sezionale Luigi Casagrande e il capogruppo di Arcade Florindo Cecconato.

Fra le autorità civili, il prefetto Aldo Adinolfi, il vice sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, il sindaco di Arcade Domenico Presti, il presidente della Provincia Leonardo Muraro e quasi tutti i consiglieri sezionali, compresi i presidente sezionali emeriti Zanardo e Gentili. Il nostro presidente Perona ha evidenziato come la cultura sia un elemento spesso presente nella quotidianità degli alpini: un forte esempio viene proprio dalla sezione di Treviso, il cui spazio museale di “Portello Sile” è uno degli esempi più alti nel panorama alpino nazionale. Rispondendo a un concetto espresso dal prefetto Muraro sui timori della tenuta numerica associativa, Perona ha affermato che gli alpini non temono per loro quanto invece per quel che ci circonda, per la perdita massiccia di valori e le gravi dimostrazioni di difficoltà della gente in una situazione di precarietà economica, culturale e sociale.

Ha concluso parlando dell’importanza di trasmettere i valori alpini ai giovani. Il presidente del comitato organizzatore Stefano Barbon ha dato quindi la parola a Giovanni Lugaresi, scrittore e giornalista, presidente della Giuria del premio. Lugaresi ha evidenziato come l’impegno culturale sia sempre più importante per gli alpini in genere e per gli alpini trevigiani in particolare, lo prova proprio questo fondamentale appuntamento annuale con “Parole attorno al fuoco”. “Tanto che non si parla più solo di racconti per un concorso - ha detto - ma di vera e propria letteratura a tutti gli effetti, perché giungono storie che non riguardano solo il mondo degli alpini o della montagna, ma di tante realtà correlate”.

Poi la premiazione, inframmezzata dalle cante del coro ANA del Montello. Il trofeo “cav. Ugo Bettiol” per un racconto su un tema di particolare attualità è stato vinto da Angelo Paloschi di Mestre (Venezia) con “Il canto dell’alba”; il premio “Manilla Bosi sposa, madre e sorella d’alpini”, per un racconto avente come protagonista una donna è stato vinto da Paola D’Agaro di Pordenone con “Aprile 1945”. Tra i 49 che si sono cimentati nel 2010 per il concorso, i segnalati sono stati 7: Walter Ferrari di Tortona (AL), Giovanni Scanavacca di Lendinara (RO), Laura Gatti Casati di Voghera (PV), Annalisa Fregonese di Oderzo (TV), Luca Rossetto di Arcade (TV), Donatella Tenderini di Venezia e Aurora Cantini di Nembro (BG).

Ed eccoci ai vincitori: il terzo classificato è Gianfranco Dal Mas, alpino di San Fior (Treviso) con “Il rosario”; al secondo posto Enrico Brambilla di Almenno San Bartolomeo (Bergamo) con “La fonte alta”. Vincitrice è stata una vecchia conoscenza del premio, già partecipante a varie edizioni, Katia Tormen di Trichiana (Belluno), con “Nemo”. È il racconto amaro di un vecchio reduce di Russia, che di ritorno dal funerale di un compagno viene deriso sul tram da un gruppo di teppisti. In suo aiuto accorrerà un giovane extracomunitario.

Ai vincitori sono andati un premio in denaro, metà del quale destinato per regolamento in beneficenza, un trofeo in finissimo cristallo e una targa. Il coro ha concluso con tre cante questa 16ª edizione del premio. I convenuti sono poi stati ospiti della sezione di Treviso presso la Loggia dei Cavalieri, in un beneaugurate rinfresco per l’anno nuovo.

Piero Biral

Pubblicato sul numero di febbraio 2011 de L'Alpino.

 

                                                                           RASSEGNA STAMPA DA

                                                                 

A TREVISO FESTEGGIATI I 16 ANNI DI “PAROLE ATTORNO AL FUOCO”

Il concorso letterario nazionale “Parole attorno al fuoco” ha festeggiato il suo 16° anniversario nella spettacolare storica sala dei 300 del palazzo omonimo, sede del Consiglio comunale e della Prefettura, il luogo più sacro e conosciuto della città della Marca, gentilmente concesso dalle Autorità cittadine in occasione della ricorrenza del 90° anniversario della fondazione della Sezione ANA. Infatti, nel 2011 tutte le manifestazioni ordinarie degli alpini trevigiani, assieme a qualche manifestazione straordinaria, come l’Assemblea dei Presidenti sezionali del 3° Rgpt., si svolgeranno a Treviso proprio per onorare questo importantissimo “compleanno”. La prima cerimonia, che di solito si svolge il 5 gennaio ad Arcade, il cui Gruppo alpini ha la “patria potestà” del premio assieme alla Sezione, è stato proprio la consacrazione dei vincitori e dei segnalati del concorso nel centro di Treviso. Sala gremita di alpini e cittadini (circa 200), presenti quasi tutti i Consiglieri sezionali e i presidente emeriti Zanardo e Gentili, la cerimonia è iniziata con l’Inno nazionale intonato dal coro ANA del Montello, seguito da un minuto di silenzio rivolto alla memoria dell’alpino Matteo Miotto, caduto in Afghanistan il 31 dicembre scorso. Tavolo delle Autorità proprio delle grandi occasioni: il presidente nazionale Perona, ormai “di casa” al premio letterario, una manifestazione che “mi ha sempre affascinato, assieme a mia moglie, per la ricchezza e la profondità delle storie raccontate e la bravura nel raccontarle da parte dei suoi abituali scrittori”, avrà a dire il Presidente durante il suo applauditissimo intervento; il presidente sezionale Casagrande, che ha ringraziato tutti gli intervenuti e coloro che hanno collaborato, ando appuntamento alla popolazione alle svariate manifestazioni che coroneranno il 90° di fondazione della Sezione per tutto il 2011; il vicepresidente nazionale vicario Favero, il consigliere di Raggruppamento Geronazzo; il capogruppo di Arcade Cecconato, anima del premio e del Panevin, appuntamento simbiotico al concorso, normalmente, ma quest’anno separato per il necessario spostamento a Treviso; poi le Autorità civili con il sindaco di Arcade Presti che ha rivolto un saluto affettuoso ai suoi alpini e ricordato le tante attività che essi svolgono per la comunità; il presidente della Provincia Muraro, che ha evidenziato lo splendido rapporto instauratosi con gli alpini nella Marca soprattutto per quanto riguarda la collaborazione con la Protezione Civile ANA; il prefetto di Treviso Adinolfi, alpino anch’egli, molto contento dell’invito e certo che gli alpini possano portare avanti certi valori e certe istanze anche nella società odierna, colpita da un forte attacco di qualunquismo e perdita dei valori; il pro-sindaco di Treviso, l’alpino Gentilini, che ha tenuto in pugno la platea con il suo eloquio ad effetto, tumultuoso e passionale, ma di concetto: ha ricordato due anime del concorso, la signora Adriana Scarpa, poetessa scomparsa alcuni anni or sono, e l’ideatore, il maestro e alpino Carlo Tognarelli, scomparso anch’egli tre anni fa. Il politico Gentilini ha anche evidenziato che gli ideali alpini sono sacri: “Non vogliamo l’abbattimento del Tricolore e dell’Inno nazionale, ma portare avanti quei concetti per i quali abbiamo fatto un sacro Giuramento in caserma”, ha sentenziato. Ha evidenziato anche come il Presidente nazionale stia facendo un lavoro di portata impressionante per condurre la nave alpina verso i lidi desiderati, verso certi ideali e certi valori ormai spesso in disuso; anche all’estero, dove fortissimi sono i sentimenti di molti Italiani e alpini che tendono la mano verso la madre Patria: “Dio, Patria e Famiglia sono i tre concetti fondamentali che dobbiamo portare avanti soprattutto in altri Paesi perché attraverso questo trinomio potremo salvaguardare la nostra identità e il nostro spirito italico”, ha ribadito il vicesindaco. Ha infine ricordato la lettera scritta al presidente della Repubblica Napolitano riguardante lo scorretto utilizzo dei soldati italiani a Napoli: una vergogna che dei soldati in armi vengano piazzati sulle strade per portar via la spazzatura. Dice che dal Ministero della Difesa ha ricevuto la conferma che si tratta solamente di misure eccezionali e limitate nel tempo e che non si ripeteranno più terminato il periodo di crisi.

Prima della cerimonia vera e propria, il presidente Perona ha chiuso la girandola dei discorsi ufficiali. Egli ha evidenziato come il sacrificio sia una componente importante per tutte le attività svolte da volontari, e anche per il concorso letterario è così, ma bisogna continuare a crederci e “tirare la carretta”, un passo alla volta. A proposito di sacrificio, ha evidenziato, tra la commozione della platea, come il sacrificio sia stato in certi periodi storici parte integrante dell’operato delle genti venete: quando molti Veneti disperati sono andati nel suo Piemonte a cercar lavoro, mantenendo la loro identità, il loro spirito e lavorando onestamente, retti e saldi nei loro principi e nei loro valori. Perona evidenzia come la cultura sia un elemento insostituibile, ormai, delle quotidiane operazioni svolte dagli alpini: per Treviso, un forte esempio è il “Portello Sile”, spazio museale della Sezione, unico esempio del genere nel panorama alpino nazionale. Rispondendo a un concetto espresso dal Prefetto, Perona ha evidenziato come gli alpini non siano in preda al panico per quanto riguarda la situazione al loro interno, con alcune dimostrazioni di cedimento e i numeri che cominciano a scendere inesorabilmente. Gli alpini e l’ANA sono preoccupati. Preoccupati per quel che ci circonda, per la perdita massiccia di valori e le gravi dimostrazioni di difficoltà della gente in molti episodi, sia economici che culturali che sociali. “Ma noi non dobbiamo aver paura del mondo che ci circonda, ma resistere e perseverare nei nostri valori e nel nostro operato, per mantenere in vita una storia che ha inizio quasi cent’anni fa. Non dobbiamo mollare nemmeno un punto, ma tramandare i nostri ideali di vita e farlo circondandoci di giovani che possano continuare dopo di noi”, ha chiarito il Presidente nazionale, che ha continuato: “Il nostro destino, lo sappiamo, è quello di portare uno zaino, anche dopo la fine della naja: può essere leggero o pesante, a seconda dei tempi, ma lo dobbiamo portare senza mai togliercelo, perché abbiamo giurato anche questo e non possiamo mai dimenticarcelo”. Il quale ha concluso dicendosi speranzoso di poter partecipare a un’altra edizione del concorso anche se il suo lungo mandato è ormai al termine.

La premiazione è iniziata con la parola data dal cerimoniere e presidente del comitato organizzatore Barbon a Giovanni Lugaresi, scrittore e giornalista, presidente della Giuria del premio: egli ha evidenziato come l’impegno culturale sia sempre più importante per gli alpini in genere e per gli alpini trevigiani in particolare, prova ne è proprio questo fondamentale appuntamento annuale con “Parole attorno al fuoco. Tanto che non si parla più solo di racconti per un concorso, ma di vera e propria letteratura, a tutti gli effetti, perché giungono storie che non riguardano solo il mondo degli alpini o della montagna in particolare, ma di tante realtà correlate. Quindi omai è da sfatare ovunque il classico binomio “alpino=vino”, perché a parte le feste e la goliardia, componente comunque importante dell’essere alpino, ormai l’ANA è ben altra cosa, sono tante realtà del fare che vanno dalla Protezione Civile alla solidarietà, dalle varie espressioni sportive alla cultura fino a “Parole attorno al fuoco”. Lugaresi ha evidenziato l’ottimo lavoro svolto dalla sua Giuria, sempre imparziale e precisa e il buon livello dei racconti giunti al premio. Finalmente la premiazione inframmezzata dalle cante del coro ANA del Montello. Tra i 49 che si sono cimentati nel 2010 per il concorso, i segnalati sono stati 7: Walter Ferrari di Tortona (AL), Giovanni Scanavacca di Lendinara (RO), Laura Gatti Casati di Voghera (PV), Annalisa Fregonese di Oderzo (TV), Luca Rossetto di Arcade (TV), Donatella Tenderini di Venezia e Aurora Cantini di Nembro (BG).

Il trofeo “cav. Ugo Bettiol” per un racconto su un tema di particolare attualità è stato vinto da Angelo Paloschi di Mestre (VE) con “Il canto dell’alba”; il premio “Manilla Bosi sposa, madre e sorella d’alpini”, per un racconto avente come protagonista una donna è stato vinto da Paola D’Agaro di Pordenone con “Aprile 1945”. Ed eccoci ai vincitori: il terzo classificato è Gianfranco Dal Mas, alpino di S. Fior (TV) con “Il rosario”; il secondo posto sul podio a Enrico Brambilla di Almeno S. Bartolomeo (BG) con “La fonte alta”; ha vinto una vecchia conoscenza del premio, già partecipante e varie edizioni, Katia Tormen di Trichiana (BL), con “Nemo”: a tutti i vincitori sono andati un premio in denaro, metà del quale destinato per regolamento in beneficenza, un trofeo in finissimo cristallo, una targa e delle pubblicazioni omaggio. La signora Tormen ha letto una sintesi della sua opera, al termine delle premiazioni, e delle foto di rito con tutte le Autorità. Poi, dopo il classico omaggio alle Autorità civili e al presidente Perona da parte del Gruppo di Arcade e della Sezione di Treviso, il coro ha concluso con tre cante la 16^ edizione del premio. I convenuti sono stati ospiti della Sezione di Treviso presso la Loggia dei Cavalieri, poco distante dal palazzo dei 300, per un rinfresco beneaugurate anche per l’anno nuovo.

Piero Biral

 

Pubblicato sul numero di marzo 2011  Fameja Alpina