Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso

 

Premio letterario nazionale "Parole intorno al fuoco"

V edizione - 5 gennaio 2000

 

Secondo classificato

DUE SACCHETTI DENTRO LA GERLA

di Romano Bettini Rosa

Via Girardi, 32

20025 LEGNANO (MI)

Val Veddasca 24 Giugno 1943

 

Il sole s'era appena levato quando, con tocchi ripetuti e staccati, il campanile batte le cinque.

Annetta apri gli occhi. Una debole striscia di luce, che si allungava morbidamente per tutta la stanza, rischiarava la sagoma massiccia ed imponente del cassettone posto davanti al letto e, aprendosi quasi a ventaglio, illuminava il ritratto della Vergine appeso sul muro. C'era nel quadro un tremolante riflesso rosato che animava la delicata espressione della Madonna e Annetta indugiò nel guardarla.

Poi si fece il segno della croce e, muovendosi lentamente, per non svegliare Guido e Marcello i suoi bambini più piccoli rannicchiati contro di lei, si sedette sul bordo del letto e appoggiò i piedi a terra.

Restò li qualche istante, con lo sguardo assonnato che percorreva distrattamente la stanza; vide, nei letti accanto, le altre tre figlie che dormivano e sorridevano - Sognavano, forse, ma cosa ?...

Guardandole, cosi indifese ed ignare, le venne voglia di accarezzarle, tuttavia non lo fece. Le osservò, questo si, le osservò attentamente e più le osservava più provava una specie d'affanno che non nasceva dalla paura, ma dalla percezione sottile, quasi impalpabile, di quanto fosse inafferrabile il tempo, quel tempo che passa e non torna più. “Sono cresciute” si disse “soprattutto Mariella che ormai aveva dodici anni...” Non si era mai accorta di come fosse cambiata, un anno, al massimo due e sarebbe diventata una donna ... e ancora non aveva il corredo. . !

Si alzò, si tolse la lunga camicia di flanella ed indossò il grembiule di tutti i giorni. Nonostante fosse giorno di festa aveva parecchie cose da fare, innanzi tutto doveva sistemare il fieno che aveva raccolto il giorno prima fino a tardi e ammucchiato alla bella e meglio nel fienile. Nei giorni prece- denti l'aveva falciato, l'aveva steso ad asciugare ed infine l'aveva portato in fienile. Ne aveva riempite di gerle! Da sola o quasi; ad aiutarla, Mariella ogni tanto. Non era la prima volta, l'aveva fatto anche l'anno prima e l'anno prima dell'anno prima....

Indugiava mentre si allacciava il grembiule, vigile e attenta sembrava aspettare qualcosa. Poi sentì che arrivava: puntuale, come accadeva ormai da tre mesi, la nausea, quel tipo di nausea, era il primo saluto che le dava il mattino. D'istinto portò la mano allo stomaco e s'accarezzò la morbida curva del ventre. Cominciava a vedersi, pensò, e anche a sentirsi...  Era stato a Pasqua, non poteva sbagliarsi, a Pasqua quando Antonio, suo marito, era tornato improvvisamente in licenza.

A Pasqua, come per Marcello, però allora era tutto diverso. La guerra non era ancora scoppiata; Antonio, da anni arruolato in Milizia, prestava servizio al confine e tornava a casa ogni settimana. In genere arrivava di sabato e lei lo aspettava con un’ansia che aumentava di ora in ora, poi sentiva il suo passo deciso, la sua voce imponente e si metteva tranquilla!

Quest'anno, invece, quando la notte del lunedì delle Palme lui aveva bussato alla porta, per un attimo, aveva tremato. S'era trovata di fronte un Antonio che non conosceva. stanco, segnato, più che mai preoccupato e distante. Il suo volto alla luce offuscata del lume appariva rugoso, vecchio sofferente persino. Non aveva più gli stivali che scandivano il passo sicuro e la divisa logora, bucherellata, di un grigio verde dove il grigio vinceva sul verde, era lugubre e spenta, come una palude malsana in cui la morte a poco poco consuma la vita.

Lo aveva studiato in silenzio, senza porre domande, senza indagare più del necessario. Sapeva cosa stava succedendo, ne aveva parlato con le altre che come lei avevano il marito lontano, chi in guerra, chi imboscato in Svizzera,.. Lui. però, aveva detto ben poco. Anzi, l'indomani s'era già rinfrancato, ed era tornato l'Antonio di sempre, riuscendo così ad ingannare chiunque. Chiunque. tranne lei.

Chissà ora come stava? E cosa faceva? Erano due mesi che non riceveva notizie. Da che era ripartito le aveva scritto soltanto una volta: per informarla che ora combatteva sui monti dell'Albania.

La nausea aumentava - Per attenuarla doveva mangiare qualcosa, magari una tazza di latte caldo; ma nel camino la brace era spenta, cosi rimediò con una fetta di polenta avanzata. Gustandola a piccoli morsi, si ripromise di svegliare Mariella. In due sicuramente avrebbero terminato prima della Messa delle dieci; quel giorno era Messa grande e lei non poteva mancare, tanto più che da Maccagno saliva...

Don Giovanni ... Ma Mariella dormiva ... Perciò iniziò da sola. “La chiamo dopo” si disse. “Le chiederò di accendere il fuoco e preparare il latte per i suoi fratelli”.

Sistemava il fieno velocemente e con foga. Era tanto ed era contenta. Di certo la mucca e le capre non avrebbero sofferto la fame, il prossimo inverno. Ora la mucca era all'Alpe, negli alti pascoli di Monterecchio, dove suo padre, d'estate, transumava assieme alle bestie.

Il pensiero di Monterecchio la eccitò.

“Questa sera a Monterecchio c'è il falò” si disse, e dicendolo si sentì meglio.

Fin da bambina il falò l'affascinava. Tutto le piaceva di quella festa. Prima, si accatastava la legna, con i rami più teneri sotto e quelli più duri e nodosi sopra. Ci si impegnava perché la catasta fosse alta, così alta che a volte non se ne vedeva la fine. Quindi si accendeva il fuoco che. piano piano, prendeva corpo e, scoppiettando, s'allungava esaltante nel cielo. Era bello, grandioso; riscaldava l'aria frizzante dell’Alpe ed il cuore; ancor più bello era il dopo, quando ci si riuniva attorno a quel fuoco e, mangiando e bevendo, si discorreva. All’inizio, di tutto e con tutti; poi, mentre gli umori si riscaldavano e i ricordi si moltiplicavano, qualcuno iniziava a narrare le vecchie leggende, le storie d'un tempo, e gli altri, tutti li ad ascoltare, rapiti e in silenzio, anche se le storie non erano nuove. Spesso c'era anche Luisin in compagnia della sua fisarmonica.. E allora era festa davvero!. La notte trascorreva così, e nell'attesa che il fuoco finisse si cantava, si cantava fino a che non spuntava il primo bagliore di sole.

Sospirò. I tempi erano cambiati: la guerra aveva reso ogni cosa più difficile, l'eco arrivava fin su da loro in montagna e tutti erano più preoccupati. Malgrado ciò a Monterecchio il falò, anche se piccolo, si sarebbe fatto lo stesso.

Al terzo suono della campana si accinse ad uscire. Di corsa perché. come spesso accadeva, era in ritardo, i suoi figli si erano già incamminati, solo Marcello aveva voluto aspettarla.

Lo prese per mano ..” Dai, cammina...” gli disse ... “Altrimenti Don Giovanni ci sgrida.....” e salì per il viottolo stretto che costeggiava, dall'alto, il paese. Era più faticoso, tuttavia in quel modo sarebbero arrivati prima. Marcello però camminava con piccoli passi, inciampava sui sassi, si fermava per indicare le prime more che rosseggiavano tra i rami dei rovi. Con un gesto impaziente lo prese in braccio e affrettò il passo. Giunse. così, in un attimo al bivio, qui la strada si divideva, a destra si apriva la mulattiera che saliva a Monterecchio e a sinistra si districava tra sassi e cespugli una piccola e stretta scarpata che finiva dietro la chiesa. E lì ferma. vide Piera. sua sorella.

Si salutarono appena, quindi Piera le si affiancò. Taceva, nondimeno si avvertiva che aveva qualcosa d'importante da dire.

“Vai su a Monterecchio stasera... ?” chiese Piera alla fine.

“Sì ..... e tu non vieni?. “

“Vengo, vengo... Solo per poco, però, perché prima che la festa finisca io e le altre andiamo di là ... Il tempo è bello e c'è luna piena. Conviene approfittarne. Mi stavo domandando se vuoi venire anche tu...” Annetta scosse il capo. “Perché me lo chiedi?, non sono mai venuta, lo sai, comunque ne parliamo dopo...”. Erano arrivate e la stanca litania dei salmi giungeva fin sul sagrato: mise a terra Marello, si appoggiò il velo nero sulla testa, fece il segno della croce e, tenendo per mano il bambino, entrò in chiesa. La sorella la seguì silenziosa.

Durante la Messa più volte ritornò col pensiero all’invito di Piera. “Perché glielo aveva chiesto?” si domandava. “Ne avevano già parlato in passato. Lo sapeva, Piera, che lei non poteva ... ! Certo, se suo marito non fosse stato della Milizia sarebbe andata, ma così, era pericoloso, troppo pericoloso, ... avrebbero potuto fermarla e guai se lui fosse venuto a saperlo ..”

E più ci pensava, più una voce da dentro la stuzzicava “Cosa vuoi che succeda?, dov'è il pericolo? tre o quattro ore di viaggio, passi il confine e scambi un po’ di farina e di riso con una manciata di zucchero e di caffè.. Pensa, un vero caffè ... !”

“E' il demonio che mi tenta..” si rimproverava “E' il demonio..” si ripeteva e per scacciarla faceva il segno della croce.... Ma la voce, da dentro, insisteva: “Il demonio non si scomoda per così poco...” Guardati attorno... lo fanno in molte.. Cosa c'è di male?... Antonio è in guerra. Mangia, beve, l'esercito gli dà tutto, o quasi.... Tu invece te lo devi procurare quel che ti serve... per te e per i bambini.... Sono cinque... Il sesto è in arrivo e se Beppe non fosse morto, sarebbero stati sette..”

Era questo il cruccio più grande. Nonostante fosse sana, forte, attiva, Annetta, quando si soffermava a pensare ai bambini, provava un'inquietudine strana. Paura. forse. Paura di non farcela, di non arrivare a tutto... Avrebbe voluto averlo vicino il suo Antonio. E non solo per raccogliere la legna, falciare il fieno, badare alle bestie, fare il burro e il formaggio, no, non solo per quello. Un uomo è un uomo. E lei da bambina era stata abituata ad averne vicino più di uno: suo nonno e suo padre. Erano severi, è vero, però c'erano e la loro presenza riempiva la casa, dava sicurezza e fiducia a tutti loro in famiglia.

Antonio invece era un militare ed era sempre lontano. Prima che scoppiasse la guerra tornava a casa di frequente, così da rendere meno pesanti le assenze. Ma ora....

“Chissà chi decide la guerra?” si domandò all'improvviso. “E perché poi? A chi serve?......”. “La Patria...” Antonio diceva “La Patria ... “ e nel dirlo gli si riempiva la bocca, come se la Patria fosse stata più importante della famiglia e persino della Madonna.... Lei non capiva.. Ma lei era solo una donna .... come poteva capire ?

Non riuscì a concentrarsi, a seguire per intero la predica di Don Giovanni che era bravo, diceva le cose in modo semplice e chiaro. Pensava ad altro e ci pensò anche dopo. Infatti, terminata la Messa, appena fuori sul sagrato, mentre chiacchierava del tempo e del fieno con due o tre vicine, Piera l'aveva chiamata in disparte. “Di là serve riso e farina... “ le aveva detto. “Lo pagano bene.. Noi siamo in cinque, con te sei. Pensaci, se decidi, partiamo a mezzanotte da Monterecchio.” E mentre stava per allontanarsi, si era voltata e aveva aggiunto: “Se insisto è perché so che non te la passi benissimo; non hai niente da perdere, sei incinta, se anche ci dovessero fermare,. a te non farebbero niente, ... in fondo. rischiamo molto di più noi...”

Rintuzzò il fuoco, affinché fosse crepitante anche dopo, e usci per andare alla vasca. Quest'ultima, una conca scavata nel sasso, era poco distante da casa e raccoglieva le gelide acque di due ruscelli che proprio in quel punto si congiungevano. Ci andavano tutti alla vasca per prendere l'acqua e, proprio per questo, era raro non incontrare qualcuno. Quel giorno, c'era nonna Maria. Seduta sul bordo, con i capelli arruffati, la voce impastata e lo sguardo rivolto ad oriente, declamava a gran voce uno dei passi più belli del Santo Vangelo.

“Sei venuta a prendere l'acqua?” le chiese appena la vide.

“Si nonna.... ho da fare la polenta..”

“Brava, brava.... tienila da conto quest'acqua... ti servirà per spegnere le fiamme dell’inferno... “.

“Sta per scendere sulla terra, l'inferno...” aggiunse “Meno di un anno e vedrai ... Saranno in molti a morire, e si uccideranno tra loro.... Mancherà tutto... in alcuni momenti perfino l'aria ... ... Sarà la punizione di Dio... Ed e tutta colpa di Quelli che sono scesi a patti col diavolo....” concluse, indicando un punto indefinito dell'orizzonte. "Io lo so, me l'ha detto l'arcangelo Gabriele stanotte...”

Annetta ebbe un brusco sussulto; tuttavia sorrise.

“La conserverò, nonna, non temere...” rispose, continuando a riempire la brenta. Era strana nonna Maria, forse anche un po’ matta; non era il caso di dar retta alle sue strampalate visioni. Ma sotto sotto, quel presagio le ronzava nel sangue...

Quando entrò in casa trovò Mariella eccitata e raggiante perché le galline, alle quali aveva portato il pastone. avevano ripreso a fare le uova, lei, ne aveva trovate tre. Con un gesto rapace Annetta le prese, le guardò e le tenne per un attimo in mano: uova, burro, farina, se avesse avuto lo zucchero avrebbe potuto preparare le frittelle di San Giovanni. Per i bambini sarebbe stata una festa ... ! Ma zucchero non ce n'era.. e a comperarlo costava parecchio ... ! Adesso poi, con la guerra...

Alzò le spalle e depose le uova. “Si fa per la Patria... la Patria ed il Duce.” sospirò tra sé e sé. E mentre ripeteva “la Patria..., ed il Duce “, guardò in viso Mariella. La guardò un'altra volta, e un'altra volta incontrò l'ombra di un corredo a cui occorreva pensare...

Nuovamente avvertì un lieve panico; con uno slancio improvviso andò alla madia e l'aprì…..

“farina ce n'era abbastanza, anche riso ... Piera aveva detto che pagavano bene, un po’ di denaro le avrebbe fatto comodo... Ciò che aveva da parte era poco, non bastava neppure a comprare due tagli di tela......”

Ci pensò Antonio ad interrompere il sogno ... ; arrivò da lontano, le comparve dinanzi e con fare amabile, ma perentorio, l'ammonì che il contrabbando è reato e che lei, più di altri, doveva dare l'esempio, far sacrifici in nome della Nazione e del Duce.

“Il Duce.... , il Duce ... Ma lui sa come vive la povera gente?...” si chiese scrollando il capo “Cosa c'è mamma?” domandò Mariella, che la stava osservando da un po’.

Annetta fu li li per rispondere “Niente..” poi colse, in quei giovani occhi, una vena di preoccupazione, si senti disarmata e si accasciò sulla sedia: “Le altre questa notte vanno di là. In Svizzera. “ confessò, appoggiandosi le mani sul grembo. “Mi hanno proposto d'andare con loro. Farina e riso in cambio di zucchero e di caffè e di qualche lira. La zia Piera insiste, dice che non corro rischi perché sono incinta... Non è una cattiva idea, ci aiuterebbe a tirare avanti, ma non posso, tuo padre non approverebbe, è contrabbando, ciò che lui ha combattuto per anni ... ! ...”

“E, allora? Papà ha sempre combattuto il contrabbando, ma questo non è contrabbando. E' solo uno scambio... Farina e riso in cambio di zucchero e caffè... E poi papà chissà quando torna ... !” rispose Mariella, semplicemente.

Udì in lontananza l'allegro chiacchiericcio degli altri in cammino verso Monterecchio; sentì Piera, in quello stesso momento che dal sentiero la chiamava a gran voce: “Annetta, non vieni?”.. “C'è il mulo di Nino, ci mettiamo su ... Marcello .....

“Vengo, vengo “ rispose eccitata mentre incitava i figli ad uscire: “Andate avanti..... mettete Marcello sul mulo di Nino, io vengo subito...

Sola e indecisa, combattuta tra fare e non fare, furtivamente riempì due sacchetti: uno di farina ed uno di riso. “Non si sa mai..” mentì a se stessa “Io faccio, così...., non perché ho davvero intenzione d'andare ... !”

Scese, dopo qualche minuto, con i due sacchetti galeotti ben nascosti nel fondo della gerla. Si legò il fazzoletto sulla testa e s'avviò per raggiungere gli altri.

Il sole ancora alto illumina va il sentiero. Vedeva gli altri davanti; dietro, invece, non c'era nessuno Pochi i rumori; solo qualche ronzio di moscone e i sacchetti che ad ogni passo dondolavano dentro la gerla.. Che farne? Ancora non aveva deciso.

“Forse ha ragione Mariella, in fondo è solo uno scambio” diceva a se stessa. Se lo ripeteva, una volta, due volte, quasi se ne convinceva, ma sul più bello ricompariva il sorriso di Antonio ed ogni certezza svaniva. Restava qualcosa, però, dentro lei. Ed era un moto di ribellione. Velato, taciuto, tuttavia persistente che la spingeva a pensare...

“E' la legge... la Patria viene prima di tutto....” quante volte l'aveva sentito da Antonio... Facile a dirsi, ma da quando era scoppiata la guerra, ogni giorno, diventava più difficile crederci. E poi chi era questa ”Patria” che non aveva né viso né corpo. Antonio diceva che era come una madre. No... Non poteva essere come una mamma, semmai era una matrigna, una matrigna vorace che chiedeva, chiedeva... E in cambio restituiva ben poco...

...Anche andare di là non era un gioco, però. Significava mettersi contro la legge e il volere d'Antonio. E camminare, camminare per gli accidentati sentieri, al buio, senza dormire e con la paura di essere presa. Rischiare insomma, rischiare da sola. Era un sacrificio diverso da quello che le chiedeva la Patria, ma aveva un senso, un motivo fondato. C'erano i figli, oggi cinque, domani sei. Chi. se non lei, adesso che Antonio non c'era. si doveva preoccupare di loro?.... Che fare?

Alzò gli occhi al cielo. . Non una nuvola l'attraversava. Azzurro, di un azzurro cosi intenso che sembrava turchino, appariva come una tavola immensa, libera e senza frontiere. Non c'era confine nel cielo - si disse. E poi vide lei, la montagna, alta, svettante, sicura e materna.

....... E ancora, provò quella ribellione sottile....

Se il cielo non aveva confini, si chiese, per quale motivo avrebbe dovuto averli la montagna che dominava l'intera vallata e proteggeva sia lei che gli abitanti dell'altro versante? Come potevano esserci barriere tra chi divideva la medesima terra?. Gli svizzeri, che vivevano dall'altra parte, non erano affatto stranieri, anzi, come lei, erano figli di quella Montagna.

Fu quest'ultima riflessione a svegliarla, a convincerla sulla scelta da fare. Sarebbe andata.. si disse.

Non c'erano dubbi.... non ce ne potevano essere. La guerra stava demolendo ogni cosa, anche il futuro, come sarebbe stato il domani nessuno poteva saperlo. Le leggi valevano per quel che valevano, e lei doveva pensare a sé e al suoi bambini. Ora aveva bisogno sia di zucchero che di denaro, gli svizzeri, nella valle opposta, erano senza riso e farina.... Che male c'era a darsi una mano, a sorreggersi, almeno tra loro, gente della montagna... ?”

Sarebbe andata, riaffermò decisa. Sarebbe andata e avrebbe rischiato, sicura che la montagna, la loro montagna, non l'avrebbe tradita.

E Antonio? Antonio.... al momento giusto glielo avrebbe spiegato. E lui avrebbe capito, doveva capire. Con l'animo forte, rinsaldato da questi pensieri, si fermò a respirare. Fece un respiro profondo, così profondo che dentro le si mosse il bambino. Allora sorrise, per rassicurarla. Poi riprese il cammino e accelerò il passo. Voleva raggiungere gli altri e voleva farlo al più presto. Lanciò un grido per farsi sentire, il grido si allargò nella valle, batte sui tronchi, soffiò sulle foglie, e tornò a lei sotto forma di canto, il canto della loro montagna.